mercoledì 30 maggio 2012

Pensiero

Questi giorni di forte dolore x il terremoto penso che vada detto poco se non nulla.
Perdere un familiare o la propria casa il posto in cui si lavora la chiesa dove si prega è qualcosa che x fortuna non conosco. Le scosse le ho sentite però.
In quei pochi secondi in cui tutto trema veniamo proiettati in una dimensione il cui io conta poco e la natura la fa da padrona. Chi crede probabilmente lo chiamerà la volontà di Dio.
Ora si susseguiranno una serie infinite di domande: cosa si poteva fare? Cosa non è stato fatto adeguatamente? Di chi sono le responsabilitò ? Etc.
Poi c'è un' unica grande domanda: Perchè?
Io sono una fanatica dei perchè. Non credo si possa dare una risposta, o almeno non una che possa soddisfare tutti noi. Il movimento delle placche probabilmente lascerebbe perplessi i credenti e la volontà  di dio gli atei e i geologi. Ciò che io credo è che ora c'è da fare e gli italiani al di là  delle istituzione in queste occasioni si dimostrano uniti e volenterosi. Ne ho avuto prova quando la mia città stata devastata da un altro evento naturale.
Quindi forza rimbocchiamoci le maniche!

domenica 27 maggio 2012

Ricominci da te

Venerdì
ore 13.35: sono sul treno e sto tornando a casa. La prima settimana in una nuova città a seguire un nuovo corso è quasi finita e sono soddisfatta.
ore 16: con due ore di ritardo il treno parte. Riunione rimandata ma decisione presa. La mia ditta chiude. Troppe tasse, troppo poco lavoro, troppi errori.
ore 18: A andiamo via per favore, ho bisogno di staccare il cervello.
ore 22: sono immersa nel nulla più assoluto. Il cellulare prende e quindi lo stacco.

Sabato
ore 11: caffè. L'unico rumore che si sente dalla finestra sono gli uccellini. Relax totale.
ore 16: piango. Non so perchè.
ore 23: sono in questo paese sconosciuto dove non c' è anima viva. Alzo gli occhi e c'è un cileo stellato da togliere il respiro.
E lì, ferma in quell'istante, mi sono sentita sola. Sola. Sola.
Sono sola nel cercare di capire perchè le cose nella mia vita non sono andate, sola nel cercare di capire perchè alcune persone mi hanno profondamente deluso, sola nel cercare di capire che cosa farò del mio futuro.
L: Il mio cuore ha perso la fiducia nel futuro sai?
A: Piccola mia. Datti tempo. E' stato sicuramente un anno impegantivo.
L: Nel giro di 12 mesi tutto quello che mi sembrava certo e per sempre è andato in pezzi. Ora cosa faccio?
A: Ricominci da te

Domenica
ore 10: si ritorna a casa per poco. Devo tornare nella mia nuova città
ore 15: preparo la valigia, una delle innumerevoli che dovrò fare
ore 17: treno, rumore, caos
ore 21: mail. La decisione è definitivamente presa e bisogna sbrigare una miriade di faccende. Sento le parole delle mie socie distaccate e questo fa male.

Mi manchi A.

mercoledì 23 maggio 2012

Sondare il terreno


Giornata impegnativa oggi, da tutti i punti di vista.
Il "gruppone master" si sta muovendo con le dinamiche solite di tutti gli insiemi di persone eterogenee.
Ieri ci hanno detto che da gruppo dobbiamo diventare squadra: un percorso lungo e complicato da fare.
Ognuno di noi, secondo me, sta cercando di sondare il terreno.
Tra di noi si stanno instaurando rapporti più stretti a seconda delle sensazioni che ciascuno di noi sente, insomma dell'individuo che tra di noi ci attrae "di più "a pelle".
In aggiunta facendoci lavorare in un gruppo ogni volte diverso, si stabiliscono per forza di cose delle interelazioni. Su questo aspetto quindi iniziano sono nati i primi contrasti: lavorare assieme non è semplice tanto più quando lo fai con dei perfetti sconosciuti.
I conflitti generano pettegolezzi che distruggono una squadra.
Molto spesso i conflitti sono generati a loro volta dalla non percezione delle cose e dal conseguente giudizio negativo che qualcuno ha su qualcun'altro.
Ciò che temo dunque, oltre al formarsi di gruppetti stile asilo nido, è presentarmi e mostrarmi nel modo sbagliato all'interno dei gruppi di lavoro.
Per esperienza nella mia ditta, che non è altro che un gruppo di lavoro, so di essere carismatica e leader e questo molto spesso non piace, soprattutto ad altri leader.
Spero dunque di far vedere ciò che sono e basta.
Ci sarannno incomprensioni, divisioni e competizioni in questi sei mesi che ci aspettano ma spero anche condivisioni e crescita di rapporti pesonali.
Dopotutto questo pensiero un po' negativo elaborato durante la giornata, arriva come per magia una conversazione nel tratto metro-stazione con G. che mi fa capire che al mondo ci sono persone che condividono i miei pensieri, le mie aspettative, le mie sensazioni e mi fanno stare bene
Adotterò anche io la tecnica del sondare il terreno, col sorriso.

lunedì 21 maggio 2012

Le emozioni del primo giorno di scuola

Le emozioni del primo giorno di scuola non me le ricordo bene ma credo assomigliassero a quelle di oggi, con la variante che oggi, a scuola, ci sono andata da sola.
Ore 7.00 sveglia, caffè, abito, stivali (perchè viene giù il diluvio universale) bacio a mamma e si va...
Ore 7.59 stazione, diluvia (e sul binario non c'è la tettoia cazzo!) il treno è in ritardo ( uff!!)
Ore 8.05-8.47 treno, gente, puzza, non si respira ( lo so non sono una pendolare e quindi mi lamento)
Ore 8.59 dai metro vai!!!!
Ore 9.08 Metro ferma perchè uno si è sentito male ( ma proprio oggi???)
Ore 9.15 arrivata!!!!

La giornata è stata poi molto intensa e piacevole.
La mattinata è trascorsa ad ascoltare personaggi importanti del mondo del giornalismo e dell'imprenditoria che ci hanno regalato le loro testimonianze ed i loro consigli.
Stranamente ho anche fatto amicizia con tre ragazze che faranno con me questo Master, così poi abbiamo pranzato insieme.
Ho scritto stranamente non perchè io sia una misantropa ma spesso mi isolo un po' in queste situazioni nuove e poi, se devo essere sincera, con le femmine non ci vado troppo d'accordo.
Pomeriggio in aula per gli aspetti pratici e poi presentazione stile alcolisti anonimi di ciascuno di noi di fronte a due docenti.

Devo essere sincera che la sensazione a fine giornata è stata "questo è proprio il mio posto".
Ciò che si studierà mi piace, mi piacciono i docenti che non sono solo messi lì a dare nozioni e far vedere quanto sono bravi ma sono lavoratori di aziende o manager di se stessi.
Mi piace il rigore che pretendono e che a loro volta hanno; mi piace essere impegnata in qualcosa che davvero mi appassiona.
Ci sono state raccontate anche da tre ragazze che hanno seguito il Master l'anno scorso le loro testimonianze circa gli stage che stanno svolgendo .
Sembravano davvero contente e soddisfatte ed io fantasticavo già su ciò che farò tra un anno.

E poi lo ammetto, non conoscere nessuno aiuta.
Voglio dire che a nessuno devo dire quanto ho sofferto ultimamente, non devo parlare del mio matrimonio fallito o della mia ditta che chiuderà o altro. E poi i luoghi che attraverso e che vivo tutti i giorni non mi riportano alla mente nessun ricordo.

Stasera davanti al Resegone sto bene.

domenica 20 maggio 2012

Prima sera

Prima sera della mia nuova vita.
Nuova città, casa vecchia che mi ha visto piccola e che ora mi vede cresciuta, nuova pendolarità, nuovi orari, nuova solitudine.
Tempo fa avrei pagato per stare con mia mamma e mio zio qui, quasi come in una famiglia normale.
Ora no, perchè tutto qui gira intorno a mia nonna.
Da anni non riconosce nessuno, è immmobile a letto e non comunica se non con dei versi.
Gli orari quindi qui sono adattati alle sue esigenze, la casa sa di ospedale per la quantità di disinfettante che le infermiere e le badanti usano, nulla qui può essere spostato, il cellulare non può squillare se lei dorme, etc...
Lo capisco per carità, ma tutto questo mi mette una tristezza infinita.
Io posso condividere la scelta di occuparsi di lei a tempo pieno, mettendo soldi, energie e testa per renderle gli ultimi anni della sua vita i migliori possibili, tuttavia non riesco a capire come si possa lasciare perdere tutto il resto.
Mio zio non esce quasi più di casa se non per fare commissioni riguardanti lei e la sua salute e mia madre si fa 180 km andata e ritorno tre volte al mese rischiando, per come sta di salute, la depressione cronica.
Scelte loro certo, anche se avendo lui una nipote e lei una figlia in questa storia ci hanno messo di mezzo pure me.
A 20 anni mi sono sentita dire: " Devo stare su dalla nonna per cui devi vivere da sola d'ora in avanti. Dai è il sogno di tutte le ragazze della tua età no?"
Beh sì, certo. Peccato che non sia mai stata come tutte le ragazze.
Gli anni poi sono passati e siamo arrivati fino qui: in una casa in cui si può vivere la tristezza costante di questa situazione.
Tristezza che stasera si tramuta in un pianto silenzioso; la pancia si sta già gonfiando per la colite che domani mi tormenterà ed io mi rifugio qui a scrivere.
Cerco quindi di trovare il lato positivo della situazione.
Non ho mai avuto nessuno che arrivando a casa da una giornata faticosa mi facesse trovare pronto da mangiare ed ora invece ci sarà chi si occuperà di me, non ho mai vissuto in una casa in cui vivevano in più di due persone ed ora qui siamo addirittura quattro.
Insieme alla tristezza ovviamente c'è anche un po' di paura per domani.
Sono contenta di questa nuova esperienza ma ho anche quell'emozione, stile primo giorno di scuola, che ti fa fantasticare con un po' di ansia sui professori e soprattutto sui compgani di scuola.
Ho grandi speranze di conoscere persone simpatiche con le quali condividere i prossimi sei mesi e la stessa passione che poi è alla base del master, ma come ho scritto in uno dei precedenti post le aspettative spesso sono deluse quindi ci vado con calma.
Chissà domani sera a quest'ora se sarò ancora triste...

sabato 19 maggio 2012

E' arrivata...

E' arrivata la data dell'udienza di separazione.
Sinceramente è abbastanza in là, ci sarà tutta l'estate di mezzo.
Non so dire cosa provo perchè non lo so nemmeno io.
Per adesso vado a dormire un po'.

giovedì 17 maggio 2012

Aspettative

L'ultima conversazione che ho avuto con la mia dottoressa ha riguardato le aspettative che ho.
L'argomento è ampio, perchè ci si può aspettare qualcosa dalla vita, dal lavoro, da un'esperienza ma durante il colloquio ci siamo focalizzate su quello che mi aspetto dagli altri, in una parola: troppo.
Questa è una delle cause - conseguenze di quella sensazione che spesso ho di fare e dare tanto nei rapporti e poi di ritrovarmi con un pugno di mosche.
Spesso ho pensato che fosse tutta colpa delle mie esigenze, del mio caratteraccio, del fatto che non so comunicare, che troppe volte la mia prima esternazione è un sentimento di rabbia; altre volte ho dato la colpa agli altri: troppo poco sensibili, opportunisti, persone sbagliate insomma....
A rifletterci invece credo che davvero sia solo una questione di aspettative.
Se una persona mi piace, se diciamo c'è una "affinità elettiva", e parlo sia di relazioni che di amicizie, metto tutta me stessa in questa cosa.
Mi riempio la testa dell'altro, delle cose da fare insieme, faccio progetti e tutto il mio mondo ruota intorno a questa nuova persona che è entrata nella mia vita.
Ricordo che da piccola mia mamma mi ripeteva "L. non metterci su troppo il cuore": e questo succedeva sia per un'amica, sia per una gita al mare andata a monte all'ultimo momento. 
Ma come si fa a non farlo? Si può imparare?
Beh, non lo so ma sicuramente in questo momento della mia vita tutti i miei rapporti col prossimo sono anestetizzati.
Mettere la propria vita nelle mani di una altra persona e poi essere deluse deve essere stata la molla che ha regolate questo mio modo "di mettere su il cuore" sui rapporti.
Non investire nei rapporti e nelle persone non è da me.
D'altronde in qualche modo, credo fisiologico, il mio organismo ha imparato o iniziato a difendersi.
Tutto è diventato distante, e sento il bisogno di risettarmi da capo per poi ripartire.
Questi sono gli ultimi giorni nella mia città a fare la mia vecchia vita.
Niente aspettative quindi ma solo vivere giorno per giorno.

lunedì 14 maggio 2012

Chi lascia la strada vecchia per la nuova.....

Eccoci qui, alla scelta finale.
Per prendere la decisione ho usato una tecnica suggeritami da una mia vecchia amica quando ero indecisa se mettermi o no con un ragazzo ( non chiedetemi come è andata perchè non me lo ricordo!) e quindi ho fatto la lista dei pregi e dei difetti di tutto ciò che comporterebbe accettare questo Master.
L'immagine è presa dal sito di un pittore www.francotanzi.com
Pregi:
- il master è nel settore in cui sogno di lavorare
- è comunque organizzato da una nota testata giornalistica ed offre docenti di tutto rispetto
- imparerei cose nuove
- conoscerei persone nuove
- mi potrebbe aprire le porte ad un lavoro vero
Difetti:
- dovrei lasciare per un periodo la mia ditta
- è uno sforzo economico per la mia famiglia
- potrebbe non portarmi a nulla
- sarei lontana dalla mia città ( questo forse va nei pregi però)
- dovrei vivere con mia mamma, mio zio, mia nonna inferma e le due badanti in totale isolamento ( visto che nella nuova città non conosco nessuno)
C'è anche una grossa parte di me che vuole fare questa scelta vista la situazione della mia piccola impresa.
Quello che mi sono chiesta in questi giorni è quanto questa scelta si porti dietro altri significati nascosti.
Quando si dice, ad una come me, che nemmeno dopo un anno di matrimonio si sta separando, "vedrai che ricomincerai", accettare questo Master è quel che si dice RICOMINCIARE.
Il mio pensiero va anche a chi lascerò...
E. con le sue sempre gentili parole ogni giorno, A. con tutto quello che siamo stati, le mie amiche del forum che stanno diventando delle sorelle per me, A. che mi sta accanto sempre nei momenti belli e brutti, il Prof. che mi ha fatto da padre negli ultimi tre anni, F. che mi accompagna nelle mie giornate in giro per la mia città, T. che mi sostiene da una vita.
So che non sto partendo per anni e sarei di ritorno nei week end ma comunque ho quello sensazione di lasciare qualcosa...
E "chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova"


giovedì 10 maggio 2012

Logica, colloqui e giustizia

Logica, colloqui e giustizia: così potrei sintetizzare la mia giornata di oggi.
Sono andata a Milano per fare i test per accedere al Master che mi piacerebbe frequentare ma che allo stesso tempo mi mette tanti dubbi.
Ovviamente il mio incipit di giornata è stato un bell'attacco di colite in piena regola che credevo mi mettesse ko totalmente. Una volta arrivata invece mi sono rilassata.
In aula eravamo circa 40 ragazzi e tutti per fare i test me per vari Master.
La prima cosa a cui ho pensato è stato: "che cosa non si fa per trovare lavoro". Voglio dire...io mi auguro che se mai dovessi passare la selezione ed accettare di entrare sia una cosa seria perchè con quello che costa, moltiplicando per tutti quelli che eravamo oggi e che c'erano nelle altre giornate di selezione, ci si può fondare un'azienda e dare da lavoro a tutti davvero!
Comunque, una volta tranquillizzata, ho inziato prima il test d'inglese ( facile direi) e poi quello di logica-numerale ( una tragedia).
Pranzo con un caldo bestiale in uno dei quartieri più chic di Milano ( lo suppongo dalle bellissime villette e dagli androni liberty dei palazzi lungo il viale che ho percorso) e poi affronto il colloquio motivazionale. Quello mi sembra sia andato alla grande ( ma non ho paragoni per dirlo).
Il Master mi piacerebbe farlo, inutile dirlo, soprattutto per togliermi di qui e per mettermi alla prova; la parte più allettante sono i project work che ci faranno fare oltre allo stage di 4 mesi in una vera grande azienda.
Il ritorno, invece di essere un piacevole godere del paesaggio e il ripercorrere la giornata, è stato purtroppo scandito da brutte notizie e telefonate urlanti.
La causa della ditta sta diventando uno scontro continuo di opinioni tra noi socie, l'avvocato secondo me delira ed il risultato di tutto resta solo lo sborsare la parcella e farsi del grande sangue marcio.
Per non parlare del fatto che sono sempre più convinta che la giustizia non esiste più, ma esistono bravi avvocati.
Mia mamma, in ultimo, mi tira una buca clamorosa e quindi, invece di tornare indietro nel tempo e farsi coccolare dai manicheretti materni come facevo una volta dopo un esame all'università, mi ritrovo da sola a mangiare cordon bleau ( che sono l'unica cosa che avevo nel frigo).
Domani saprò se mi hanno ammessa e non so dire nè cosa vorrei nè cosa mi aspetto.
Anzi sì, una cosa la vorrei, non sentirmi come mi sento ora.

martedì 8 maggio 2012

Vero?

Abbiamo firmato l'atto di separazione.
Non so dire come sto adesso, ho pianto tanto, con lui, da sola, con mia madre, ancora da sola e non credo che le lacrime siano finite.
Ho avuto tanti ripensamenti ieri quando, in una situazione come quella, io e lui siamo riusciti a parlare e anche a ridere di alcune cose banali. 
Mi ha sempre fatto ridere mio marito.
In effetti non sembravamo nemmeno una coppia che stava per separarsi; occhi lucidi prima di entrare, risate o comunque tranquille chiacchiere mentre l'avvocato preparava l'atto, occhi ancora lucidi dopo.
Mi ha voluto aspettare fuori dalla porta ed accompagnarmi a casa.
Solo che, come al solito, io avrei voluto voluto sapere che pensava, cosa provava e condividerlo con lui mentre ho solo sentito il silenzio dentro quella macchina.
Le nostre gentilezze, il nostro essere ancora un po' complici ed il grande affetto che ci lega rende tutto più difficile a volte, altre il tutto più sereno.
Ho pensato a ridarci una possibilità ma ogni qual volta lo faccio mi sembra di mettermi a tavolino per preparare una vacanza od una torta.
Potrei fare un elenco delle cose che ancora mi piacciono di lui e che mi mancheranno terribilmente.
L'amore però, credo, non dovrebbe essere così "pensato",vero?

lunedì 7 maggio 2012

Tutto in 10 mesi

C'è il sole.
Mi alzo; caffè; fa caldo quindi il maglione non me lo metto ma me lo porto, non si sa mai ultimamente.
Mamma all'ultimo momento mi ha detto che verrà giù, non vuole lasciarmi sola.
Io però sola,lo sono.
Lo sono stata da quando ho giurato eterno amore davanti a Dio.
Lui non mi voleva e più non mi voleva più diventava un fratello e un padre.
Ogni volta che affrontavo l'argomento lui diceva che il problema non sussisteva...
Ho iniziato a sentirmi inadeguata, sola, con un uomo accanto che non desiderava più il mio corpo.
Ho trascorso varie fasi: cercare di parlarne, non parlarne, sono andata in terapia...nulla.
Così ci siamo allontanati ed il risultato è stato che oggi andiamo a firmare dall'avvocato.
Non so come sarà stasera ma so che la vita sa essere davvero ingiusta.
A volte l'unica cosa che mi chiedo è : perché a me?
Perché devo affrontare questa cosa? cosa ho fatto per meritarlo?
Perché proprio io che fin da piccola sognavo l'abito bianco e una bella famiglia?
Se qualcuno ha la risposta per favore me la dia....





venerdì 4 maggio 2012

Que sera, sera (Whatever will be, will be)

La confusione accompagna la mia vita da sempre.
Ho una famiglia confusa, un lavoro confuso ed una situazione sentimentale confusa ( ora).
Non sono mai stata una persona particolarmente decisa benchè io non lo dimostri affatto ed agli altri anzi, io appaia come una che compie delle scelte  irrevocabili ed inappellabili.
Sono in continua evoluzione e le domande affollano quasi sempre la mia testa.
Andare dalla nuova dottoressa mi fa bene, mi fa riflettere, forse, nella direzione giusta ed mi sembra essere meno assalita da dubbi e seghe mentali.
Ho passato una buona settimana sebbene ricca di novità non sempre belle.
Nei prossimi giorni ci saranno appuntamenti importanti: la prima firma dall'avvocato, il test a Milano per il master e si festeggia insieme alla family il compleanno mio e di mamma ( speriamo sia la volta buona!).
Le cose che mi fanno soffrire ci sono sempre e la delusione per il mio matrimonio non andato rimarrà dentro di me per il resto della mia vita.
Credo però che io debba farne tesoro ed imparare da questa situazione (quello che c'è e si può) per vivere meglio il futuro.
D'altronde se una coppia scoppia non è sempre colpa solo dell'uno o dell'altro, per cui ho deciso di elaborare e lavorare sulle mie perchè facciano da promemoria per le relazioni future (così lontane nella mia mente!).
Con questo spirito affronterò ( almeno cerco) i prossimi giorni accompagnati da un libro di test di logica, bicchieri di vino da sola a casa e qualche chiacchera con gli amici.
La mia vita non è proprio come me l'aspettavo ma tutte le scelte che ho fatto fino ad adesso sono state sempre dettate da un'unica certezza: voglio essere felice.
Non riesco ad accontentarmi di una facciata apparente o a farmi andare bene situazioni che in realtà mi fanno sentire triste o inadeguata.
Torno ai miei test e al lavoro.
Que sera, sera
Whatever will be, will be
The future's not ours to see
Que sera, sera


martedì 1 maggio 2012

Voce del verbo vacillare - parte I

Oggi vacillo.
Oggi è la festa dei lavoratori, quindi anche la mia.
Oggi piove forte ed io adoro sentire il rumore che fa la pioggia sulle persiane semi aperte.
Sono giornate grigie e piene di pensieri le mie ultimamente.
Ogni giorno da tre mesi a questa parte mando curriculum tramite una miriade di siti on line ma non sono mai stata chiamata. Ora sta diventando frustrante, tuttavia io m sento fortunata per un sacco di motivi.
Il primo è non avere orari nè nessun obbligo di lavorare una mezza giornata in cui non mi va.
Il secondo è di avere tempo da dedicare alla mia ditta nel vano ( speriamo di no) di farla decollare...Terzo mi posso permettere di essere triste o stanca perchè il capo sono io e di dedicare del tempo a me stessa.
Ci sono sicuramente altri motivi così come ce ne sono altrettanti per cui un lavoro part-time sarebbe proprio una bella fortuna in questo mio momento di vita.
Tutto questo però lascia spazio ad una sola vera domanda: che cosa voglio fare? Voglio proseguire con la mia ditta o voglio trovarmi un lavoro diverso chissà magari in un altra città?
Io vorrei la prima, fortemente, ma non essendo una ditta individuale non sono la sola che la porta avanti e che ne prende le decisioni. Inoltre, ed è inutile negarlo, questi primi due anni non fanno ben sperare.
Ed allora i dubbi arrivano ed inizia l'incubo delle mille domande.
Cosa sbagliamo? Non c'è mercato? Abbiamo sbagliato con la clientela o con la pubblicità?
A me sembra che si sia sbagliato dal principio a pensare di portare avanti una ditta impiegando il 30%-50% del proprio tempo, ma potrei sbagliare.
E visto che anche io vacillo in questa situazione come nelle mille della mia vita ultimamente ho deciso che mi darò un tempo limite alla fine del quale prenderò una decisione.
Nel frattempo mi godrò le giornate di sole quando mi va e i sabati mattina a lavorare....