giovedì 10 maggio 2012

Logica, colloqui e giustizia

Logica, colloqui e giustizia: così potrei sintetizzare la mia giornata di oggi.
Sono andata a Milano per fare i test per accedere al Master che mi piacerebbe frequentare ma che allo stesso tempo mi mette tanti dubbi.
Ovviamente il mio incipit di giornata è stato un bell'attacco di colite in piena regola che credevo mi mettesse ko totalmente. Una volta arrivata invece mi sono rilassata.
In aula eravamo circa 40 ragazzi e tutti per fare i test me per vari Master.
La prima cosa a cui ho pensato è stato: "che cosa non si fa per trovare lavoro". Voglio dire...io mi auguro che se mai dovessi passare la selezione ed accettare di entrare sia una cosa seria perchè con quello che costa, moltiplicando per tutti quelli che eravamo oggi e che c'erano nelle altre giornate di selezione, ci si può fondare un'azienda e dare da lavoro a tutti davvero!
Comunque, una volta tranquillizzata, ho inziato prima il test d'inglese ( facile direi) e poi quello di logica-numerale ( una tragedia).
Pranzo con un caldo bestiale in uno dei quartieri più chic di Milano ( lo suppongo dalle bellissime villette e dagli androni liberty dei palazzi lungo il viale che ho percorso) e poi affronto il colloquio motivazionale. Quello mi sembra sia andato alla grande ( ma non ho paragoni per dirlo).
Il Master mi piacerebbe farlo, inutile dirlo, soprattutto per togliermi di qui e per mettermi alla prova; la parte più allettante sono i project work che ci faranno fare oltre allo stage di 4 mesi in una vera grande azienda.
Il ritorno, invece di essere un piacevole godere del paesaggio e il ripercorrere la giornata, è stato purtroppo scandito da brutte notizie e telefonate urlanti.
La causa della ditta sta diventando uno scontro continuo di opinioni tra noi socie, l'avvocato secondo me delira ed il risultato di tutto resta solo lo sborsare la parcella e farsi del grande sangue marcio.
Per non parlare del fatto che sono sempre più convinta che la giustizia non esiste più, ma esistono bravi avvocati.
Mia mamma, in ultimo, mi tira una buca clamorosa e quindi, invece di tornare indietro nel tempo e farsi coccolare dai manicheretti materni come facevo una volta dopo un esame all'università, mi ritrovo da sola a mangiare cordon bleau ( che sono l'unica cosa che avevo nel frigo).
Domani saprò se mi hanno ammessa e non so dire nè cosa vorrei nè cosa mi aspetto.
Anzi sì, una cosa la vorrei, non sentirmi come mi sento ora.

3 commenti: